Cristina Kirchner, Presidenta d’Argentina, pochi mesi fa aveva espropriato la compagnia petrolifera YPF. L’esproprio, val la pena ricordarlo, era avvenuto senza adeguata compensazione alla spagnola Repsol che ne deteneva la quota di maggioranza, in barba alle leggi dello stato di diritto. La mossa di Kichner era stata salutata con favore dai no-globalisti di ritorno, con la motivazione che le normali regole delle democrazia e del diritto sono dovute a tutti meno che alle multinazionali cattive, che si meritano questo e altro. La Presidenta d’Argetina aveva semplicemente fatto la cosa giusta per il suo paese.
Il Financial Times di questa settimana scrive che l’Argentina rischia di nuovo il default.
l’arrivo di capitali esteri sotto forma di investimenti, che potrebbe migliorare la situazione argentina portando nel paese dollari o altre monete forti, oggi è praticamente impossibile, visto che il governo ha nazionalizzato poche settimane fa una grande compagnia petrolifera e sono pochi gli investitori disposti a rischiare di fare la stessa fine.
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