Crescita e progresso tecnologico
29 novembre 2014 27 commenti
Una delle ragioni per cui la crescita è una condizione imprescindibile per l’economia produttivista moderna è quella che passa sotto il nome di produttività totale dei fattori (TFP, Total Factor Productivity). Il TFP è forse la parte più importante del modello della crescita economica infinita di Robert Solow, per il quale il nostro ricevette il Premio Nobel nel 1987. Del modello di Solow su questo blog si è già parlato tempo fa, in specifico della relazione tra crescita economica e EROEI decrescente delle fonti fossili. Il TFP, o residuo di Solow che dir si voglia, è la parte della crescita economica che non può essere spiegata dai cambiamenti dei fattori “capitale” e “lavoro”. Altrimenti detto, il TFP è ciò che rimane quando si sottraggono gli aumenti dei fattori produttivi (più risorse naturali, più capitale, più lavoro) dalla crescita del PIL ed è, a tutti gli effetti, il risultato del progresso tecnologico. Una tema ricorrente caro tra decrescisti e picchisti è l’effetto pernicioso della crescita economica sugli ecosistemi naturali, con conseguente invito a spegnere tutto e fermare la crescita. Ma è davvero possibile smettere di crescere?
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