I ricchi e i poveri

Più della metà del petrolio mondiale viene utilizzato per il trasporto. Secondo l’ultimo rapporto della IEA (International Energy Agency) la maggior parte delle tecnologie per dimuinuire le emissioni e risparmiare energia sono già disponibili sul mercato. Quel che manca sono le norme che promuovano i comportamenti virtuosi.

Di seguito la mappa mondiale dei paesi virtuosi e meno virtuosi.

*** update: si noti la curiosa proporzionalità (inversa) con la crescita del PIL.

Duecento dollari a barile

Mi segnalano un articolo su Bloomberg di Jeff Rubin: Come l’alto prezzo del petrolio bloccherà permanentemente la crescita economica. Rubin è l’economista passato alla onori della fama per aver previsto, forse l’unico, il crollo delle borse mondiali nel 2008.

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Nuovo ordine mondiale, nientepopodimeno

La Cina ha cominciato a pagare il petrolio in yuan (e non in dollari).

Quasi quasi abbandono il nucleare

Sull’addio del nucleare in Giappone si è scritto pochi giorni fa su questo blog. La decisione giapponese segue quella della Germania, impegnata a sua volta nell’Energiewende, il piano per l’abbandono del nucleare tedesco in seguito all’incidente di Fukushima.

Rispetto alla Germania, che bene o male procede col suo Energiewende, il Giappone si trova ad affrontare una grana ben più grossa. Per dirla facile, il problema del Giappone non è che abbiano deciso per l’abbandono dell’energia dell’atomo, ci mancherebbe. Il problema è che la decisione è stata presa senza adeguata pianificazione, per motivi puramente elettorali, e ora il Giappone si trova alle prese di rimando con problemi economici e di politica estera assai pelosi.

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FIAT a Parigi

FIAT ripete che intende restare in Italia. Il governo dice che aiuterà FIAT nell’export. Le polemiche non si placano. Intanto, di auto non parla nessuno. Al MotorShow di Parigi, FIAT ha presentato le sue novità. Su tutte, l’anteprima mondiale della FIAT Punto Panda 4×4: trazione integrale, Torque on Demand, differenziale autobloccante elettronico, motore Twinair 900 Turbo (o il 1.3 Multijet) e assetto offroad. Mica bubbole.

Addio al nucleare

Il dibattito si trasferisce su Il Post.

Il prezzo della libertà

Staccarsi dalla rete elettrica è possibile. Panelli solari per la generazione, batterie per lo stoccaggio et voilà, liberi e indipendenti. Certo, in mezzo al nulla può essere conveniente. Se però abitate nei normali centri urbani, dicono che i costi (attuali) delle batterie sopravanzano quelli di allacciamento alla rete elettrica.

Eolico d’alta quota per Alcoa

Il progetto Kitegen-Alcoa raggiunge domani il Ministero dello Sviluppo Economico.

Addio al nucleare?

La notizia è recente: per le pressioni dell’opinione pubblica, dopo la Germania, anche il Giappone annuncia il suo addio al nucleare, almeno per il 2040, tra circa 25 anni.

E’ vero, il 2040 è ancora lontano e il prossimo governo giapponese potrebbe ribaltare la decisione. E in futuro un altro governo ancora potrebbe invertire l’inversione. Ma non è questo il punto. Il punto è che il segnale dato da Tokio è che il nucleare non può più contare su un clima di investimenti economici stabili.

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Fabbrica Italia chiude: il Governo e Marchionne

Fiat regge ancora solo grazie alle vendite americane di Chrysler. Marchionne può non essere costretto a tenere aperti tutti i suoi stabilimenti, però deve essere costretto a raccontare la sua storia e i suoi nuovi programmi al governo: un governo che s’è molto esposto, insieme a chi lo appoggia in parlamento, per creare un quadro di regole del lavoro diverse, più flessibili e, almeno nelle intenzioni, più utili a chi deve fronteggiare crisi di mercato. [..] Chi fra governo e mondo politico s’è assunto al tempo la difficile responsabilità di sostenere lo sforzo della Fiat, oggi ha più diritto di chiunque altro di volere Marchionne a Roma per fare un po’ di conti.

[Stefano Menichini, ieri su Il Post]

update: pare che Fabbrica Italia avesse già chiuso da un pezzo, nell’ottobre 2011.