Felice

L’Italia è in decrescita.

Ideologie e ambientalismo

Una delle cose che mi ha sempre tenuto lontano dai gruppi ambientalisti organizzati è l’incapacità di indicare un valido sostituto per il sistema economico moderno. Insomma, se la società moderna e il suo motore economico non funzionano nel massimizzare il benessere comune, cosa mettiamo al loro posto? Tolte le varie teorie economiche della scarsità di cui si è già parlato su questo blog – che proprio tanto infallibili non sono – l’alternativa più sostenuta è sicuramente quella dei decrescisti, dove si vagheggia il ritorno ad un medioevo ultra-tecnologico in cui ogni individuo possiede una villetta, rigorosamente in campagna e alimentata a pannelli solari, ha desideri morigerati che soddisfa col baratto e senza sprecare nulla. I rifiuti zero finiscono infatti in biomassa. Catastrofisti e complottisti postulano questa società ideale al collasso della civiltà moderna, a causa delle inevitabili guerre che scoppieranno per la rarefazione delle risorse naturali. Per alcuni un sogno, per altri un incubo. A voler ben guardare è invece una ideologia nemmeno originale, anzi vecchia di millenni.

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Custodi dell’ambiente

papakirchnerHo pensato molto se scrivere o meno questo articolo. Un po’ perché non sono ancora giunto a una conclusione precisa, un po’ perché sconfina in questioni di fede milleneristica per le quali non ho mai avuto molta simpatia. Scrivo quel che penso qui, nella speranza di chiarire le idee.

Il simbolismo pauperista ha conquistato i giornali italiani. Partiamo da qui. Passi per Papa Francesco, ma all’Italia cosa cambia se qualche Deputato italiano sale al Quirinale a piedi? Chiaramente, il simbolismo è importante, e tutti amano l’approccio dei governanti nordici che vanno al lavoro in bicicletta, ma quando il simbolismo cessa di avere un significato reale e diventa un esercizio di marketing a fini elettorali? Non la si prenda come una critica a chi usa i piedi per andare al Quirinale anzichè un’auto blu, ci mancherebbe. E’ un discorso molto più generale, sulla crescente esposizione di simboli pauperisti e sul loro utilizzo ad hoc, spesso fuori bersaglio, delle ultime settimane.

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Decrescismi

Puntualmente, con il successo del Movimento 5 Stelle alle elezioni, il dibattito sulla decrescita si è ridestato. Altrettanto puntualmente, sul Fatto Quotidiano, Stefano Feltri e Maurizio Pallante riprendono il loro dialogo sui sistemi economici. Riassunto: per Feltri la decrescita non ha proprio senso come teoria economica, tanto che il programma economico di Grillo – se programma si può chiamare – sarebbe chiaramente di stampo keynesiano. Secondo Pallante, chi critica la decrescità è perchè non l’ha capita (sic!).

Questo blog sulla decrescita ha già dato e non ha intenzione di ripetersi. Val la pena però soffermarsi su quell’esperimento locale di decrescita che è Parma, guidata da nove mesi dal Sindaco grillino Pizzarotti, sostenitore delle teorie di Latouche e aiutato proprio da Pallante come consulente esterno. Per chiarire la situazione, ricordiamo che il Comune di Parma è travolto dai debiti per l’incuria delle precedenti gestioni.

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Crescita economica e sviluppo sostenibile

Questi giorni di riposo (forzato) mi hanno finalmente concesso il tempo per una riflessione sul concetto di sviluppo economico, in ottica classica – la famosa/famigerata crescita infinita – sostenibile e decrescista, per lo sfruttamento delle risorse naturali in relazione alla finibilità della biosfera. L’argomento è vasto e questo non vuol essere un post esaustivo sull’argomento, quanto un primo work-in-progress per fissare le idee e avviare la discussione.

Cominciamo dal principio, e cioè dal concetto di crescita e sviluppo economico. La crescita economica ha da tempo assunto il ruolo di protagonista sul palcoscenico mondiale, soprattutto in tempi di crisi. Sulle ragioni della crescita e i modi per realizzarla le varie teorie economiche presentano molte differenze, a fronte però di due soli capisaldi: la definizione di crescita e gli effetti che essa produce. In altri termini, la distinzione tra le varie teorie economiche per l’aumento del “benessere” è una discussione sui concetti di crescita e sviluppo.

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Pensieri sulla decrescita

E’ da un po’ che volevo scrivere qualcosa sulla decrescita, ma per mancanza di tempo non ci sono mai riuscito. Questo non vuol essere un post esaustivo sull’argomento, quanto un work-in-progress per districarsi in quel crogiuolo di opinioni e cialtronerie che è diventata la decrescita sui media italiani.

Cominciamo dall’inizio: cos’è la decrescita? Decrescita è un termine che abbraccia tante discipline – economia, ecologia, eccetera – e parte dall’assunto che le risorse naturali sono limitate. Di conseguenza, non si può immaginare un sistema a crescita infinita. Sulla decrescita è cresciuto negli anni un coacervo di idee e movimenti anti-produttivisti, anti-consumisti, anti-capitalisti ed ecologisti, in conflitto con (quasi) tutto, spesso anche tra di loro. In Italia, i decrescisti più famosi sono certamente Maurizio Pallante e Luca Mercalli, anche se sulla decrescita si sono espressi di recente Serena Dandini, Carlo Petrini e Sandro Veronesi.

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