Riscaldamento globale: l’opinione di Martin Wolf

Martin Wolf è un economista, ex-senior della World Bank, oggi scrive di economia per il Financial Times. Senza mezzi termini, Wolf scrive sul FT che la lotta al Global Warming è perduta. La soluzione a questa situazione è un ottalogo che potete leggere sul Sole 24 Ore e che riprongo qui sotto in forma stringata.

Uno: mettere in pratica le tasse sulle emissioni. [..] I proventi potrebbero essere usati deliberatamente per abbassare altre tasse, per esempio quelle sul lavoro.
Due: puntare sul nucleare.
Tre: imporre parametri stringenti sulle emissioni di automobili, elettrodomestici e altri macchinari.
Quattro: creare un sistema di scambio globale sicuro per i combustibili a basse emissioni. È un modo per convincere la Cina ad abbandonare il carbone.
Cinque: sviluppare metodi per finanziare il trasferimento a tutti Paesi del mondo delle migliori tecnologie disponibili per creare e soprattutto per risparmiare energia.
Sei: consentire ai Governi di investire in ricerca e innovazione di base.
Sette: investire nell’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici: questi adattamenti potrebbero comportare anche lo spostamento di grandi quantità di persone.
Otto: ragionare, per quanto possa sembrare estremo, sulla geoingegneria, la manipolazione su larga scala del pianeta per invertire i cambiamenti climatici.

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Rifiuti Zero: realtà o miraggio?

Il mio articolo per iMille-Magazine, scritto a quattro mani con l’energisauro.

clintonlandfillCertamente gli italiani non amano gli inceneritori. Oggi nel nostro paese è difficile immaginare uno sviluppo rapido degli inceneritori tradizionali o di nuova generazione. Le polemiche sul recente avvio degli impianto di Parma e Torino sono solo l’ultima di una lunga serie di proteste e opposizioni in Italia. Il motto ricorrente è semplice: no agli inceneritori, sì alla raccolta differenziata.

L’opinione pubblica italiana ha rigettato l’avvio di nuovi inceneritori per diversi motivi:
– Rilascio di ceneri, scorie e emissioni inquinanti, diossina in primis. Per questi esiste una legislazione che ne regola le emissioni, come normale per qualsiasi impianto industriale, ma secondo alcune associazioni tali limiti sono ancora troppo permissivi;
– Pessimo meccanismo di incentivazione, solo successivamente cambiata, che ha premiato gli impianti riconoscendo i rifiuti in ingresso quale materia rinnovabile (i famigerati CIP6);
– Potenziale disincentivazione della raccolta differenziata, per il maggior potere calorifico di carta e plastica;
– Concessioni e appalti poco trasparenti;
– Impianti troppo costosi.

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Aquiloni

Google passa al Kite-power.

Boom dell’auto elettrica /2

Ne avevo accennato qualche settimana fa: la Renault Zoe ha semplicemente fatto il botto di vendite.

Una analisi più dettagliata di quel che è accaduto in Aprile in Francia nel mercato delle auto elettriche si trova qui. La cosa particolare è che la Renaul Zoe da sola ha assorbito l’80% delle vendite dei veicoli elettrici. Segue la Nissan Leaf col 10% e via via tutti gli altri. La cugina Renault Fluence ZE semplicemente non ha venduto un’auto.

Certamente gli incentivi francesi (7000 euro!) hanno avuto il loro peso e bisogna ancora capire quanti dei veicoli venduti sono pre-acquistati da enti pubblici francesi, ma le vendite rimangono comunque alte.

Quel che è sicuro è che la Zoe di Renault è un elettrico “rivoluzionario” al prezzo che viene offerto (meno la batteria, ahimè) e Renault ha lavorato bene anche sul marketing. Il successo di vendite dunque non meraviglia più di tanto.

Aspettiamo con curiosità le comunicazioni ufficiali di Renault.

[hat tip: Defcon70]

Nota: scuse sentite, ahimè ancora, ai lettori di questo blog per la lunga interruzione. I casini assortiti purtroppo non guardano in faccia nessuno. Da qui in poi dovrei essere in grado di postare con più regolarità.

Boom dell’auto elettrica

Renault says that 2,347 Zoe electric vehicles were sold in France by the end of April, which might not sound too impressive until you consider that, this year alone, Zoe accounts for 73.6% of electric vehicle sales in France. Yes, that’s right, the Renault Zoe has captured nearly three-fourths of the segment in France.

[maggiori informazioni qui]

Tesla è andata in utile

Buone notizie per i sostenitori dell’auto elettrica: la Model-S di Tesla sta avendo un successo superiore alle previsioni – circa 5.000 veicoli venduti – tanto che la compagnia dovrebbe andare in attivo, per la prima volta nella sua storia.

Certo, rimangono sempre quei 35.000 dollari di incentivi erogati a Tesla dal governo della California per ogni esemplare di Model-S venduto. L’obbiettivo del governo californiano è di raggiungere i 150.000 veicoli nel 2025. Vedremo.

E se i combustibili fossili non finissero mai?

Idrati di metano, fracking, shale gas/oil e rinnovabili. Tutti in un articolo facile.

Il gas naturale sarebbe una buona via di fuga dal carbone, a patto che rappresenti una fase intermedia conveniente verso le fonti rinnovabili. Il problema è che, una volta raggiunta, quella fase potrebbe rivelarsi troppo conveniente. Se anche i costi delle energie rinnovabili si abbassassero al livello dei costi del gas naturale (che oggi ha un ritorno energetico nettamente superiore), ci ritroveremmo in una situazione in cui le rinnovabili sono pronte ma non abbastanza convenienti. Il gas naturale rappresenta un vantaggio oggettivo – economico e ambientale – rispetto ai combustibili fossili precedenti ma sembra spostare ancora più in là il momento in cui la scelta sarà tra le fonti rinnovabili e niente.

[continua su Il Post, ieri]

Tasse tasse tasse

Crolla il mercato delle auto di lusso in Italia.

La strategia italiana del gas: in difesa del governo Monti

pipelineSul finire di marzo l’Autorità per l’energia (AEEG) ha comunicato l’aggiornamento trimestrale dei prezzi delle bollette energetiche, preannunciando che in aprile le tariffe del gas diminuiranno del 4.2 per cento. Entro la fine dell’anno, il costo del gas dovrebbe scendere di un ulteriore 7 per cento. In totale, un meno undici per cento sulla bolletta del metano in un anno. Dopo che il Ministero dello Sviluppo Economico lamentava da tempo prezzi più alti del 20 per cento in Italia, i prezzi del gas naturale sul mercato italiano si sono allineati con quelli degli hub europei. Un risultato non da poco, certamente frutto della buona politica. Ma andiamo per gradi.

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