Indagine rapida sulla produzione industriale italiana

Ripresa confermata in gennaio 2013 ma debole, secondo Confindustria. Meno di quel che la crescita della domanda d’energia in gennaio lasciava sperare.

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Tasse sulla benzina

Nelle economie avanzate (OECD) i trasporti rappresentano il 23% del consumo totale di energia e il 27% delle emissioni. Tuttavia l’aliquota fiscale effettiva sull’energia usata per il trasporto è di 15 $/gigajoule rispetto ai 1,20 $/gigajoule del resto. In altri termini, le tasse su benzina e diesel per autotrasporto costituiscono in media circa l’85% del totale delle entrate da accise dei prodotti energetici. Sotto, la classifica per paese. L’Italia è seconda.

[da The Economist, oggi]

Fotovoltaico e incentivi generosi

Succede che dai campi fotovoltaici si passa ai tribunali.

Rinnovabili, roba da ricchi

il mio articolo per Il Post

3719802565_c6d2554841L’energia solare contribuisce per l’uno per cento circa del consumo di energia mondiale. Negli ultimi anni l’industria fotovoltaica è cresciuta enormemente. Alla base di questa crescita v’è un fenomeno conosciuto tra i sostenitori dell’energia solare come legge di Swanson, in riferimento alla più famosa legge di Moore che regola il costo dei transistor. La legge di Moore è nient’altro che una osservazione empirica sulla dimensione dei transistor (e il loro costo) che si dimezza più o meno ogni 18 mesi. Analogamente, la legge di Swanson – dal nome di Richard Swanson, il fondatore di SunPower, uno dei più grandi produttori americani di celle solari – fa notare come il costo delle celle fotovoltaiche impiegate nei pannelli solari scende del 20% ad ogni raddoppio della capacità produttiva. Non è un caso se i moduli degli impianti fotovoltaici oggi costano meno di un dollaro per watt di potenza. Tutto bene, allora? Non proprio.

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Riparte la produzione industriale italiana?

Dalla seconda settimana del 2013, la Borsa elettrica registra volumi record di energia scambiati in Italia. Nella seconda settimana gli scambi sono stati pari a 4,4 mlioni di MWh, in aumento del 22,8% rispetto alla settimana precedente e il valore più alto degli ultimi tre anni. Il prezzo d’acquisto rimane sostanzialmente stabile. E’ una buona nuova per il nostro paese alle prese con la de-industrializzazione causata dalla crisi.

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Sostenibilità e politica

Questo blog riemerge dopo un periodo di post sporadici causa impegni di (super)lavoro e casini assortiti. I lettori mi scuseranno l’assenza.

Siamo sotto elezioni e l’energia è praticamente scomparsa dall’agenda politica e dai quotidiani italiani. Assieme alle elezioni, arriva il più classico dei tormentoni ambientalisti: le immancabili lamentele per cui nessuno dei partiti tiene in opportuna considerazione l’ambiente. Similarmente, per darsi una patita ambientalista, la parola magica dei programmi elettorali un po’ di tutti i partiti è sostenibilità (smart è oramai demodè). Produzione industriale sostenibile, energia sostenibile, lavori sostenibili, una sostenibilità che non si capisce bene a cosa si riferisca o come si coniughi effettivamente nella pratica. Parlare di sostenibilità nel consumo di risorse minerali, ad esempio, finibili e non rinnovabili per definizione, è infatti niente più che un ossimoro. Non è dunque un caso se chi si interessa di esaurimento delle risorse naturali spesso rifugga i partiti convenzionali, preferendo lidi alternativi quali i decrescisti, dalle ricette però assai più vaporose.

Ora, una domanda sorge spontanea: quali dovrebbero essere le ricette concrete per la sostenibilità, quella vera? Sono realmente adottate da qualcuno? La domanda non è provocatoria e la risposta non è banale.

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Come si misura la crescita?

Come si cresce in modo sostenibile? Il PIL è un buon indicatore? Se no, cosa useremmo al suo posto?

Sono domande lette e sentite mille volte nel dibattito sulla crescita, decrescita e sviluppo sostenibile. Domande senza risposta, capaci di generare veri e propri scontri di fede.

Oggi qualcuno decide di parlar chiaro, alfine:
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Auto elettrica: conviene?

Dicono di no, al momento.

Se l’industria eolica piange

Anche l’industria fotovoltaica se la passa male.

Crolla l’eolico italiano

Meno 75 per cento nel 2013, dopo la riforma degli incentivi del governo Monti.