Comunicazione di servizio /2

Esame per la patente della moto fissato il 14 agosto (viva l’Olanda, sic!). Ancora un po’ di pazienza. Godetevi l’estate, voi che potete.

Inizia la ripresa economica?

E’ presto per dirlo ma il Financial Times riporta la crescita della domanda europea di greggio. Non sarà un bene per l’ambiente, forse sarà solo l’effetto di un trimestre molto freddo, a me piace pensare che invece forse qualcosa si muove finalmente sul versante del trasporto merci e persone.

[hat tip: energisauro]

update: anche secondo il Sole 24 Ore è cambiato il sentiment delle imprese italiane.

[hat tip: Defcon70]

Piccoli inquinatori crescono

L’ottimo Fausto Melotti, su iMille-magazine, spiega i risultati dell’ultimo progetto di ricerca europeo ESCAPE – European Study of Cohorts for Air Pollution Effects:

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Comunicazione di servizio

Questo blog dovrà sostenere a breve l’esame per la patente per la moto (in olandese) e deve studiare. Per un paio di settimane gli aggiornamenti saranno meno costanti.

Nell’attesa, su Il Post di oggi trovate il miglior fact checking scientifico di sempre.

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La fine del picco del petrolio?

Ne parla il sempre ottimo Corrado Truffi, su iMille-magazine.

Sotto i colpi della crisi mondiale, paradossalmente causata in parte proprio dalle tensioni nei mercati delle materie prime, l’attenzione all’ambiente è stata rapidamente sostituita dall’ossessione per la crescita, chiamata ora pudicamente “crescita sostenibile” (ma dove la sostenibilità è più che altro sostenibilità finanziaria).

Ma, se è finita così, è anche perché una delle due gambe del ragionamento ecologista – la fine del petrolio – è sempre più contraddetta dai fatti. Non che le risorse energetiche fossili siano infinite, ovviamente. Petrolio, gas, carbone sono destinati a finire se il tasso di sfruttamento resta quello odierno. Solo che, a dispetto delle previsioni dei picchisti, la data di questo evento catastrofico si allontana sempre più nel tempo.

Overcapacity consistente

Il Gestore dei Mercati Energetici (GME) ha presentato ieri la relazione annuale 2012 che fa il punto sulla situazione dei mercati dell’energia. Sullo stato del mercato elettrico nel 201 Assoelettrica commenta con poche parole molto incisive.

Si è manifestato [..] un calo dei consumi nazionali a 305 TWh (-3,1% rispetto al 2011) che ha colpito soprattutto i consumi industriali (-5,9%) che si è riflettuto in un calo dei volumi di energia scambiati sul mercato del giorno prima del GME a 178,7 TWh (-1,2%), mentre sono aumentati gli scambi nel mercato infragiornaliero con 25,1 TWh (+14,6%). L’aumento degli scambi sul mercato infragiornaliero è segno della sempre maggiore necessità di aggiustamento di un mercato termoelettrico definitivamente lungo e in competizione con fonti rinnovabili non programmabili.

Una crescita media annua del prezzo dell’energia elettrica a 75,5 €/MWh (+4,5%), una crescita che è stata sensibilmente inferiore alla crescita dei costi, segno che gli operatori hanno visto ridurre i propri margini. [..]

Si conferma una overcapacity consistente del parco termoelettrico italiano, anche a causa del massiccio ingresso di impianti da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaici. Il termoelettrico nel 2012 ha prodotto 204,8 TWh (-6,5%) su una produzione nazionale di 284,8 TWh (in calo del 2,5% sul 2011).

Decreto del Fare – Energia

Lo commenta un ottimo Carlo Stagnaro su Chicago-blog, oggi.

Uno dei provvedimento peggiori contenuti nel decreto, almeno in ambito energetico, è l’estensione della platea delle imprese colpite dalla Robin Hood Tax a tutte le imprese che abbiano ricavi superiori a 3 milioni di euro e imponibile superiore a 300 mila euro (precedentemente tali soglie corrispondevano a 10 milioni e 1 milione, rispettivamente). [..] Quest’ultimo “cattura” quasi 60 milioni di euro. Ne segue che restano, per la bolletta elettrica, circa 90 milioni di euro, cioè 1,5 euro pro capite per gli italiani, ovvero circa il 2% del costo dei soli incentivi al fotovoltaico. Credo di non dover commentare la sproporzione tra il risibile beneficio tariffario e l’elevato costo in termini di distorsività del sistema fiscale.

Separare i fatti dalle opinioni

Dopo il divorzio da omeopati, teorici della decrescita, esperti di nanoparticelle nelle merendine che scrivono su Il Fatto Quotidiano, Dario Bressanini spiega il mestiere del divulgatore scientifico. Questo blog, nel suo piccolo, concorda. Per gli aspiranti divulgatori la lettura è caldamente consigliata. Per tutti gli altri, anche.

i fatti scientifici devono essere il punto di partenza per la discussione pubblica di molti temi (certo non di tutti). Non è ammesso accettare le opinioni di chi pensa che 2+2=5. Le opinioni non sono tutte uguali. Alcune si rispettano altre no. E tutti devono accettare il fatto che 2+2=4 e partire da lì.

Questa è la struttura che ho volutamente dato a molti capitoli dei miei libri, “Pane e Bugie”, “OGM tra leggende e realtà” e “Le bugie nel carrello”. Prima ho esposto i fatti accertati, facendo una selezione ragionata nella letteratura scientifica, cercando di mostrare i vari aspetti della questione, e poi ho mostrato i miei ragionamenti basati su quei fatti. Chiarendo bene i miei passaggi logici, ed esponendoli al lettore senza però pretendere che accetti le mie conclusioni a scatola chiusa. Pretendendo però che si parta da quei fatti accertati per arrivare, magari, a conclusioni diverse seguendo ragionamenti diversi. Questo modo di strutturare i capitoli è, incidentalmente, stato anche apprezzato da molti lettori, citandolo esplicitamente in varie recensioni per cui mi sento caldamente di consigliarlo ai giovani scienziati aspiranti divulgatori: separare bene i fatti dai ragionamenti e le opinioni basati sui fatti. Esattamente come si fa in un normale articolo scientifico.

update: l’articolo di Dario si può leggere qui. Le mie scuse per il link mancante.

Chi ha paura dello shale gas

In Russia certo non dormono sonni tranquilli. Il perchè lo spiega bene l’Economist, questa settimana.

Energy companies account for half of the value of the Russian stockmarket, and a single, state-backed firm, Gazprom, produces 10% of the country’s exports. Russian politics are also built on conventional oil and gas: Vladimir Putin is in essence the CEO of Russian Energy Inc.

Fracking e shale gas in Italia

Il mio articolo per iMille-magazine, scritto a quattro mani con l’Energisauro.

Lo shale gas e il fracking delle rocce certamente costituiscono uno dei temi energetici oggi più dibattuto in Europa, aspramente criticato dagli ambientalisti. Il dibattito si è acceso in Italia qualche settimana fa, quando il premier Letta ha affermato che è necessario avere “un atteggiamento aperto e non penalizzante per lo sfruttamento delle fonti di energia prodotte in Europa, come lo shale gas“.

Di che si parla? In poche parole, di risorse naturali del pianeta, in particolare di quelle fossili. Lo shale gas infatti è nient’altro che gas naturale intrappolato in rocce particolari – gli shale, appunto, sedimenti a grana fine contenenti argille e limi – che viene estratto tramite fatturazione idraulica (fracking) delle stesse, utilizzando acqua e additivi chimici ad alte pressioni.

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