Questo blog entra nel suo quarto anno di vita e, come da tradizione, in occasione del compleanno si ferma a fare il punto della situazione. Oltre agli oramai onnipresenti impegni da superlavoro, nelle ultime settimane questo blog si è dedicato a letture di tecnologia, storia, religione e altre clandestinerie collaterali per documentarsi sul problema dei problemi quando si parla di energia, crescita economica e risorse naturali: mi riferisco ovviamente al problema della sovrappopolazione.
Il problema della sovrappopolazione è uno di quei tabù di cui è impossibile parlare senza scadere in moralismi spicci e liti furibonde. I motivi sono tanti: vuoi che l’impostazione culturale occidentale viene da millenni di cristianesimo e movimenti pro-life; vuoi la paura di vivere su un pianeta sovrappopolato e a corto di cibo; vuoi che oggi siamo in 7 miliardi quando solo alla fine della seconda guerra mondiale eravamo 2 miliardi, largamente dipendenti dalle risorse minerali e fossili, finibili per definizione; vuoi perchè anche la scienza moderna è incapace di prevedere il futuro prossimo su scala planetaria. Aggiungete ora la (supposta) caducità dei costumi moderni – homo homini lupus, schiavi del dio denaro e altre corbellerie paleo-cristiane riciclate da Hollywood – e ne esce il cataclisma imminente e inevitabile. E’ davvero così? Davvero moriremo scannandoci per l’ultimo Whopper di Burger King? Non proprio. Anzi, si direbbe proprio il contrario. Ma andiamo per gradi.
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