Il mondo che non c’è

Oggi su Il Post Luca Sofri spiega, con poche parole ma molta saggezza, perchè con le previsioni sul futuro bisogna andarci cauti.

il futuro e il presente sono quasi sempre complessi e la risposta più corretta a molte domande che li riguardano dovrebbe essere “dipende”, da parte di chiunque. Diversi contesti generano spiegazioni diverse, mille variabili orientano risultati differenti, il nesso di causa ed effetto è sempre molto più labile di come lo disegniamo. Ma “dipende” è una risposta che non siamo più in grado di accettare, vogliamo risposte chiare e semplificate, e di conseguenza nessuno si dispone a darla.

[continua su Il Post, oggi]

Riscaldamento globale o inquinamento locale

Oggi su Rienergia si trova un interessante articolo sui diversi tipi di inquinamento generati dalle fonti energetiche, con special interesse sulle rinnovabilissime biomasse. Buona lettura, diciamo.

Da molti anni, si è rivelata di fondamentale importanza la misura di quelli che tecnicamente si chiamano “fattori di emissione”, cioè quanti grammi di un certo inquinante, per esempio il PM10, si emettono in un certo tipo di apparecchio o di impianto quando si produce una stessa quantità di calore, bruciando differenti combustibili. Nel corso degli anni, Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria ha testato a questo scopo tutte le tipologie di combustibili impiegate nel riscaldamento domestico e civile: gasolio, gas naturale, GPL, olio combustibile, tutte le essenze legnose principalmente usate in Italia e le diverse tipologie di pellet. [..] Dalle evidenze sperimentali, e comunque in generale da tutte le fonti accreditate esaminate, emerge che soprattutto le vecchie stufe e i vecchi caminetti a legna producono migliaia o decine di migliaia di volte più PM e monossido di carbonio di una caldaia a gas o GPL a parità di calore generato e anche alcuni inquinanti particolarmente dannosi per la salute come il benzo[a]pirene sono prodotti in misura rilevante da questi apparecchi. Gli apparecchi a pellet, pur con differenze relative alla qualità del pellet e delle stufe, si collocano ad un livello circa 10 volte inferiore, mentre per gas naturale, GPL ed anche gasolio scendiamo di un altro fattore 100, arrivando ad emissioni praticamente non misurabili per alcuni inquinanti.

[..] È doveroso, tuttavia, considerare che l’uso delle biomasse è uno dei modi per contenere le emissioni di gas serra, essendo una fonte rinnovabile che non incrementa i livelli di CO2 fossile in atmosfera, il che ha favorito una sua diffusione come combustibile ambientalmente compatibile. Circa il 35% di tutte le energie rinnovabili prodotte in Italia nel 2014 derivano dall’uso termico delle biomasse, una quantità persino superiore alla produzione idroelettrica, cinque volte più dell’eolico e più del triplo del solare. Ci troviamo quindi di fronte ad una contrapposizione di spinte tra l’esigenza di affrontare l’emergenza climatica globale e la necessità di ridurre l’inquinamento locale, con le sue implicazioni sulla salute, che sono anch’esse ben note. Ciò porta alla definizione di politiche che possono apparire contradditorie, in quanto da un lato si incentiva l’utilizzo delle biomasse, ad esempio attraverso strumenti quali il conto termico, al fine di sostenere ed incrementare l’uso delle fonti rinnovabili, dall’altro invece si prendono provvedimenti, a livello locale o regionale, che limitano o addirittura proibiscono l’uso di certi apparecchi a biomassa.

[continua su Rienergia, ieri]

Dicono di Trump

Un sacco di cose, per la maggior parte speculazioni sul futuro dell’America e del global warming.

Come i suoi predecessori, Trump cercherà di compensare i possibili smacchi in politica interna con iniziative internazionali, dove la sua autonomia decisionale è assai maggiore. Il primo colpo lo sparerà quasi certamente contro l’Accordo di Parigi, dal momento che il nuovo presidente non solo si limita a contestare l’origine antropica del riscaldamento globale, ma addirittura sostiene che la terra si sta raffreddando; inoltre, considera il cambiamento climatico una “bufala” messa in giro dalla Cina, per minare gli interessi industriali e i posti di lavoro americani. Formalmente, avendo approvato l’Accordo di Parigi, gli Stati Uniti non possono uscirne per quattro anni, ma nulla vieta a Trump di dichiarare che non realizzerà gli impegni assunti, trattandosi di obiettivi che possono essere disattesi senza subire sanzioni.

[continua di RiEnergia, qualche giorno fa]

Congestioni

A government report reveals that vans delivering goods to online shoppers are a major cause of the record gridlock levels in the UK.

[hat tip: Enrico C.]

Rinnovabili e politica

Questo blog è rimasto colpevolmente silente nell’ultimo mese. Un po’ per impegni di iperlavoro ormai di poco al di sotto della stratosfera, un po’ perchè devo cambiare la moto e trovarne una a un prezzo onesto sta prendendo un botto di tempo, un po’ per impegni personali e un po’ anche per pigrizia. Ma non c’è giorno che stare lontano dal blog e dalla divulgazione scientifica non mi pesi. In questi giorni il mondo si concentra sull’inaspettato (?) risultato delle elezioni presidenziali in USA. Anche su questo blog si parla di politica, in riferimento alle rinnovabili e ai risultati delle policy italiane in termini economici.

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Cigni neri

L’OPEC ha trovato un accordo per ridurre la produzione di greggio.

Dieselgate

Maglia nera per FIAT & Suzuki per le emissioni dei veicoli Euro 6.

[su Transport&Environment, hat tip: Enrico C.]

Vittime del gas naturale

Dicono che il basso prezzo del gas naturale stia causando non pochi problemi agli investimenti in nuove centrali nucleari.

Good company, bad company

E.on e RWE, i più grandi produttori di energia in Germania, stanno separando i loro asset in rinnovabili e non-rinnovabili (fossili e nucleare).

Una cura peggiore del male

Biofuel = biofail.

[hat tip: Enrico C.]